Le espressioni creative dei bambini, soprattutto quelle tracciate a mano libera su carta, sono un mondo affascinante che racchiude infinite possibilità di esplorazione e interpretazione. Perché lo scarabocchio infantile non è un semplice segno casuale ma un’espressione creativa che riflette gli stadi di sviluppo cognitivo del bambino. Esso rappresenta, a tutti gli effetti, lo strumento primordiale di comunicazione e rappresentazione del mondo interiore del bambino che traccia parallelismi con il simbolismo alfabetico.
Lo scarabocchio come linguaggio universale
Rhoda Kellogg, educatrice e psicologa infantile americana che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio delle prime espressioni grafiche dei bambini di età compresa tra 2 e 8 anni, nonché studiosa di psicologia infantile e arte, ha catalogato oltre un milione di disegni infantili, individuando venti forme base, (chiamati “motivi di base”) simili a simboli universali, che emergono spontaneamente in bambini di diverse culture, indipendentemente dal loro background.
La ricercatrice americana, il cui lavoro è citato da Anna Oliviero Ferraris in un articolo dal titolo “Dallo scarabocchio alla scrittura”, pubblicato su Mind, esaminando gli scarabocchi di bambini da tutto il mondo, ha scoperto che tutti, indifferentemente, utilizzano schemi ben precisi che partono da lontano e arrivano alla prima immagine che vanno costruendo di sé. In altre parole, i simboli che sono propri di questa modalità espressiva hanno carattere di universalità.
Lo studio ha così permesso di identificare dei pattern universali, attraverso linee, spirali, punti, triangoli, quadrati e cerchi che esprimono la realtà (case, fiori, paesaggi ecc.) e che accomunano il disegno infantile all’utilizzo dei primi simboli dell’alfabeto,. Nel disegno in particolare, con l’aggiunta del colore, i bambini arricchiscono di significato ed emozione la storia che raccontano.
Interpretazione dello scarabocchio infantile
Interpretare lo scarabocchio infantile non significa assegnare un significato preciso a ogni tratto ma comprendere le fasi di sviluppo dell’espressione grafica del bambino. Inizialmente i bambini fanno scarabocchi casuali, successivamente si evolvono in forme più controllate e infine in disegni riconoscibili. Queste fasi riflettono la maturazione della coordinazione motoria, dell’attenzione visiva e della rappresentazione simbolica.
Kellogg spiega che, analizzando i disegni, è possibile individuare una progressione in quattro stadi:
- dapprima gli scarabocchi sono disordinati,
- successivamente diventano più controllati,
- poi compaiono forme e linee definite,
- fino ad arrivare a disegni riconoscibili e alla scrittura.
Secondo l’autrice, l’evoluzione delle forme base non è solo il risultato del miglioramento delle abilità motorie del bambino ma rappresenta anche un linguaggio grafico innato e universale. Esse sarebbero, dunque, correlate con lo sviluppo emotivo e cognitivo del bambino. Cioè, le transizioni tra gli stadi di scarabocchio spesso coincidono con importanti passaggi dello sviluppo, come l’acquisizione del linguaggio o l’inizio della scuola.
Disegno infantile e psicologia dello sviluppo
Secondo lo psicoanalista Donald Winnicott, il disegno rappresenta per i bambini uno spazio di transizione tra l’interno e l’esterno, tra se stessi e il mondo. L’uso dello scarabocchio, in quanto forma espressiva spontanea, non solo connette il dentro con il fuori ma trasforma anche i bambini da soggetti con pulsioni spesso distruttive in bambini capaci di dare forma e significato alla loro esperienza, definendo linee, punti, forme e colori nello spazio. I bordi del disegno contengono emozioni e sentimenti che rendono possibile la comunicazione. Sperimentando, inoltre, il bambino impara
- un progressivo autocontrollo,
- a modulare i movimenti delle mani e degli occhi e a
- limitare o sopprimere del tutto i movimenti inutili.
Possiamo, dunque comprendere che grande valore possa avere l’interpretazione di tali codici, specie in un’epoca in cui le più comuni forme di espressione linguistica e comunicazione, orale e scritta, sono indebolite da improbabili abbreviazioni, forme gergali, uso di emoticon e di fantasiosi costrutti (si pensi al corsivo parlato, di moda fino a qualche tempo fa) o soppressione della punteggiatura.
Questo spiega perché il lavoro di Kellogg ha avuto un impatto così significativo nel campo della psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’infanzia, dal momento che il suo lavoro ha contribuito a una comprensione più profonda delle prime espressioni grafiche dei bambini e del loro significato psicologico e simbolico.
Scarabocchio e simbolismo alfabetico
La transizione da scarabocchio a scrittura è un percorso di apprendimento fondamentale che coinvolge abilità diverse, cognitive, motorie e percettive, che i bambini sviluppano nel corso dei primi anni di vita. E sebbene scarabocchio e alfabeto sembrino distanti, in realtà non è affatto così, poiché entrambi rappresentano forme di espressione che utilizzano simboli visivi. Il processo di trasformazione degli scarabocchi in forme riconoscibili non è, infatti, diverso dal processo per effetto del quale essi iniziano a riconoscere le lettere come simboli e a replicarle nei loro disegni.
- Inizialmente, i bambini scarabocchiano sul foglio in modo piuttosto casuale, senza intenzionalità (è questa una fase importante per lo sviluppo della coordinazione oculo-manuale e delle abilità motorie fini).
- Con la crescita, gli scarabocchi si fanno più controllati e la produzione riguarda forme via via più riconoscibili. In questa fase, i bambini iniziano a comprendere di poter usare gli scarabocchi per rappresentare oggetti, persone o idee specifiche. Cioè, iniziano a svilupparsi le abilità di rappresentazione simbolica, fondamentali per l’apprendimento della scrittura.
- Quando, poi, i bambini imparare a scrivere, iniziano a riconoscere le lettere come simboli che rappresentano suoni specifici. Tale processo è molto complesso e richiede l’apprendimento e l’integrazione di molte nuove informazioni: i bambini devono riconoscere la forma di ogni lettera, ricordare il suono che ciascuna rappresenta e imparare a riprodurne a mano la forma. Questo processo è simile a quello che i bambini attraversano quando iniziano a trasformare gli scarabocchi in forme riconoscibili. In entrambi i casi, stanno apprendendo a usare simboli visivi per rappresentare idee o suoni, aspetto cruciale dell’apprendimento e dello sviluppo cognitivo nei primi anni di vita.
L’importanza della manualità
Il recupero della manualità ed il suo controllo sono fondamentali oggi che la tastiera sta gradualmente sostituendo la scrittura a mano. L’esercizio manuale, tanto nel disegno che nella scrittura, agisce, infatti, da contrasto alla fissità della tastiera che atrofizza i circuiti neurali. Sulla tastiera, infatti, le lettere e i segni sono tutti uguali e i gesti sono sempre gli stessi. A mano cambia tutto. Con la scrittura a mano si attiva, infatti, la corteccia parietale, coinvolta nell’orientamento spaziale. In questo modo, il bambino impara a calibrare il movimento alla forma delle diverse lettere. Lo sviluppo motorio, d’altronde, è determinante perché dopo verrà esteso ad altre attività e perfino a modi di pensare e relazionarsi in modo costruttivo con gli altri e con se stessi.
La transizione da scarabocchio a scrittura non è, infatti, soltanto un passaggio meccanico da un tipo di simbolo visivo a un altro ma è anche un passaggio importante da un modo di pensare a un altro. Quando i bambini iniziano a scrivere non solo stanno imparando a usare un nuovo set di simboli ma stanno anche iniziando a pensare in modo astratto e simbolico, snodo chiave per l’apprendimento in tutte le aree del curriculum, dalla matematica alla lettura, alla scienza.
Conclusioni
Come con l’apprendimento dell’alfabeto, lo scarabocchio rappresenta una fase essenziale nell’acquisizione della capacità di esprimersi attraverso simboli. Comprendere e valorizzare il disegno infantile fornisce, infatti, un prezioso insight sullo sviluppo del bambino.
Lo scarabocchio è una finestra aperta sul mondo interno del bambino, un ponte tra il caos creativo e l’ordine simbolico, tra l’infanzia e l’età adulta. È un viaggio di scoperta, un percorso di crescita che merita di essere compreso e valorizzato nel suo profondo significato.
Agli insegnanti ed agli educatori spetta il compito delicatissimo e fondamentale di facilitare e comprendere questo processo, incoraggiando l’espressione libera e mantenendo un ambiente sicuro e creativo in cui i bambini possano esplorare le loro abilità grafiche. Perché questa attenzione significa comprendere meglio i bambini, le loro emozioni e il loro sviluppo cognitivo.
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